Maresso, il 26 dicembre 2004
Cari Maressesi,
Un giorno dopo Natale la Chiesa festeggia Santo Stefano.
Perché?
Ieri si parlava della nascita, oggi della morte.
Ieri fasce e mangiatoia, oggi sassi e lapidazione.
Ieri gloria, oggi martirio.
Perchè, carissimi di Maresso?
Prima cosa che si deve dire è semplice: la Chiesa non ci illude. Il Vangelo non vuole creare un mondo che non esiste, un mondo con i giochi, fuochi d’artificio e bolle di sapone che spariranno prima o poi. Nel Vangelo si vive o si muore, si festeggia o si piange, si ama, o si odia. Perciò è vietato pensare che Dio, chiesa, vangelo non hanno niente a che fare con tutti i problemi della vita quotidiana.
La seconda cosa è più difficile: la sofferenza fa parte della vita normale. Perciò la cosa più stupida nel mondo è il parlare che sia possibile la vita senza dolore.
Che cosa hanno fatto al Santo Stefano, primo martire?
Sorsero a disputare, fremevano in cuor loro, digrignavano i denti contro di lui, proruppero in grida, si scagliarono contro di lui, lo trascinarono fuori della città, si misero a lapidarlo.
Che cosa gli uomini, anche della stessa famiglia, fanno ai discepoli di Gesù?
Consegneranno ai tribunali, flagelleranno, daranno a morte, insorgeranno contro di loro, faranno morire, odieranno.
È scritto così. Abbiamo sentito bene. Perciò è vietato pensare che la morte, odio, bugie, umiliazioni, maltrattamenti, ingiusti tribunali, e tutte le sofferenze che sperimentiamo sono le cose strane.
L’ultima cosa ci fa pensare.
Come reagisce Santo Stefano dopo aver subito tutti questi insulti?
Fissa gli occhi al cielo, vede la gloria di Dio, contempla i cieli aperti, prega, piega le ginocchia e grida forte: “Signore, non imputare loro questo peccato”.
Perché si comporta così? Perché non odia lui? Perché non insulta lui? Perché?
Gesù Cristo, nato a Betlemme, Bambino piccolo avvolto in fasce, è lui che sta ora alla destra di Dio e dà la forza a Stefano che nessun uomo e nessuna cosa gli potrebbe dare.
Dio è Onnipotente e può aiutarci! Perciò è vietato pensare che non si può subire i guai con la faccia cristiana.
Un giorno dopo Natale la Chiesa festeggia il primo martire. Santo Stefano, ti preghiamo, noi uomini di Maresso, insegnaci a cantare la Gloria quando il Bambino Gesù giace nella mangiatoia. Ma insegnaci anche a piegare le ginocchia davanti al volto dello stesso Gesù quando la vita si mette a lapidarci.