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Senso – Fine – Amore (Venerdì Santo)

Maresso, (Via Crucis), il 21 marzo 2008

VENERDI SANTO

Gesù è morto. L’hanno ammazzato. Guardate la croce…

Cari abitanti di Maresso, Giovani e più avanzati in età, Fratelli, sorelle…
Vengono i momenti nella storia, nella vita familiare, e nella mia e tua vita quando si deve parlare delle cose più difficili. Un giorno dell’anno. Un venerdì tra tutti i venerdì. È giunta l’ora in cui si deve parlare della croce.
Quando Dio è lontano. La gente ti ha lasciato solo. I vicini non si interessano. E tu non sei debole. Tu sei semplicemente niente.
Nessuno può contare quante volte alcuni ripetono la domanda: Perché?
Dio, perché io soffro così tanto? Perché a me? Perché cosi duro?

Nessuno può trovare una giara per chiudere dentro le lacrime che scendono dagli occhi dei più piccoli agli occhi degli anziani abbandonati da tutti.
Nessun pittore ha coraggio di dipingere il cuore spezzato che maledice il giorno quando è nato.
Nessun scrittore – neanche Dante – osa a prendere la penna per esprimere il dolore che grida senza voce, il gemito che strappa il cuore, il pianto che non innesta alcuna speranza.
Dove sei, mio bambino? Perché te ne sei andato, mio amore?
Come mai hai osato distruggere tutta la mia vita?
Quante volte mi farai male deridendo la mia fede, burlando di me stesso?
Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Fino a quando nascondi la tua faccia? 

Cari cristiani,
Io non sono capace di togliere il peso che uno porta nel cuore. Vorrei soltanto dire tre parole senza cui la croce ucciderà anche i più forti. Tre parole che sgorgano dalla croce di Gesù, il Crocifisso. 

1. La parola prima. Ogni croce ha il proprio senso.
Quando Gesù portava la sua croce attraversando le vie di Gerusalemme nessuno della gente che lo guardava poteva capire il senso di questa sofferenza. Per tutti la croce era un segno di vergogna, obbrobrio, scandalo e disonore.
Invece oggi, dopo 2000 anni, milioni di croci sono portate dagli uomini o appese nei diversi luoghi del mondo come il segno di amore. C’era e c’è il senso nella croce di Gesù: la redenzione del mondo, la remissione dei peccati, la vittoria sul male, il perdono in ogni circostanza, la fedeltà fino alla morte.
C’è e ci sarà il senso della tua e della mia croce. Forse troveremo Dio, forse dobbiamo cambiarci, forse la nostra sofferenza è aiuto per i nostri morti, forse qualcuno ha bisogno del nostro sacrificio. Anche se non vedi ancora il senso del dolore, l’unica cosa sicura è che non c’è neanche una croce senza senso. 

2. La parola seconda. Ogni croce ha la fine.
Anche dal punto di vista del tempo, la croce di Gesù doveva finire. Prima o poi. Con la sua morte. Ma la croce di Gesù non è finita con la sua morte, altrimenti questa croce sarebbe una grande sconfitta.
La fine è venuta Domenica di risurrezione, di buon mattino.
Così è normale quando uno grida: Fino a quando?! Non ce la faccio più! Ma è non solo normale ma è soprattutto sicuro che ogni dolore avrà la fine.
Così Gesù morendo sulla croce dice a ogni uomo che sta soffrendo: “Ancora un po’! Non ti scoraggiare! Non perdere la speranza!” Stai soffrendo perché oggi è venerdì santo, ma non è lontano il giorno della risurrezione! 

3. L’ultima parola: Ogni croce è prova dell’amore.
Tutti e tre erano appesi sulla croce: Gesù e i due ladroni. Gesù ha amato fino alla fine, un ladro buono ha accettato l’amore, il suo compagno è morto portando rancore e incomprensione.
La terza cosa sicura che riguarda la croce è l’amore. Quando si soffre tanto si deve amare tanto. La prova della croce più terribile non è il dolore ma la tentazione di odiare tutti e tutto, la prova dell’amore, la tentazione di smetter a credere che Dio è amore, che vale la pena amare gli altri, che vale la pena perdonare, vale la pena essere buono quando gli altri sono soltanto cattivi.
A volte la gente chiede: che cosa posso fare? Soffro così tanto che non so che cosa fare? Quando soffri di più, ama di più! Perché chi ama, non sbaglia mai.

Cari amici,
Guardiamo la croce di Cristo!
Perché qui c’è senso di ogni croce!
Qui ci sarà la fine di ogni croce!
E qui c’è l’amore – che deve essere sempre l’ultima parola dell’uomo.

Opublikowano w Prediche